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“Mi candido sindaco di Cascina portando avanti i miei valori: inclusione, rispetto e diritto alla felicità”

- Politica
16 Luglio 2020

Nato a Pisa il 2 gennaio 1982, Cristiano Masi è presidente del comitato UISP di Pisa e amministratore delegato di “Chez Nous… Le Cirque!”. Vive a Cascina (Pisa) ed è sposato con Giulia da 13 anni. Ha tre figlie, Anna (12 anni), Sara (9 anni) ed Ester (5 anni). Si presenta alle elezioni comunali di Cascina come candidato civico, appoggiato dalla lista CascinaOltre e altri esponenti dell’associazionismo e del mondo della cultura.

Partiamo da un gioco. Facciamo un salto in avanti di 10 anni. Lei non solo è stato eletto sindaco quest’anno, ma è stato anche riconfermato per il secondo mandato. La domanda che le pongo è questa: com’è Cascina nel 2030? 
Tra dieci anni la città con tutte le sue frazioni, non sarà più considerata dormitorio di Pisa. Sarà una città viva. Ci saranno spazi più vivibili, in cui ognuno – dai più piccoli ai più anziani – potrà essere a suo agio e passare dei bei momenti. I parchi saranno valorizzati e a misura d’uomo. Ci saranno eventi e feste, si creeranno reti di cittadini e associazioni che si impegneranno a far vivere la città e le frazioni, creando lavoro e opportunità. Cascina come seconda città della Provincia non sarà più sotto l’ombra di Pisa e Pontedera, ma giocherà un ruolo importante anche grazie alle relazioni che si possono ricostruire tra comuni vicini.

A quali valori ispira la sua azione e cosa ritiene sia più importante quando uno decide di impegnarsi in politica?
Da quasi venti anni faccio il clown in ospedale, indossando con orgoglio il mio naso rosso. Uscito dall’ospedale, il pomeriggio gestisco una cooperativa nella quale teniamo progetti di inclusione sociale e valorizzazione delle diversità. Da Sindaco non potrei che portare avanti questi stessi valori: inclusione, rispetto e diritto alla felicità. Soprattutto su quest’ultimo aspetto, credo che la politica si sia dimenticata che le persone vogliono, in ultima istanza, essere felici e stare bene.

Quando ha iniziato a fare politica?
Credo che non esista un momento esatto in cui si inizia a “fare politica”. Da ex studente di Liceo Classico, so bene che la parola politica significava in origine tutto ciò che riguarda una città: occuparsi della propria città, dei propri vicini e dei bisogni degli altri è politica. E in questo senso, non ho mai iniziato: l’ho sempre fatto.

Mi può dire un difetto della sua parte politica? E il pregio più grande?
Mi sento parte del centrosinistra, e non l’ho mai nascosto. Il difetto più grande della mia parte politica, però, è che non sa più cosa è e in cosa crede: le persone che incontro, tutte, mi esprimono questo disagio. Mancano idee chiare e progetti a lungo termine. Il pregio più grande, d’altra parte, è che solo nel centrosinistra finora si sono viste spinte dal basso che sono state davvero in grado di cambiare le cose. La mia stessa candidatura nasce così.

Che giudizio dà dell’amministrazione cascinese del centrodestra?
La giunta di destra di Cascina si è ritrovata a gestire, nel 2016, una situazione per niente facile. Le critiche che, ai tempi, venivano mosse al centrosinistra non erano infondate: le strade si allagavano davvero, la cura dei giardini pubblici era carente, il bilancio era in perdita. Purtroppo, però, alle promesse è seguito poco, e sono riusciti a fare addirittura peggio di chi li ha preceduti. Se la Lega ha avuto il merito, nel 2016, di far vedere cosa non andava bene, non è stata in grado di progettare una città diversa: Cascina è rimasta un serbatoio di lavoratori per Pisa, e il nuovo Piano Strutturale conferma, purtroppo, questa idea. Al netto di tutto, non si può continuare a pensare che la nostra città sia figlia di un Dio minore.

Facciamo un salto indietro di alcuni anni. Che giudizio si è fatto della sconfitta di Alessio Antonelli nel 2016?
Quella sconfitta è ancora viva nella mia memoria. Ci sono molti aspetti che hanno portato alla sconfitta, e la Lega ha giocato un ruolo solo marginale in questo. Principalmente, giocare una campagna elettorale puntando sullo spauracchio che vinca la destra fa trasparire tutti i limiti di quel progetto politico.

Mi può indicare le sue tre priorità nel caso fosse eletto sindaco? E il rischio maggiore se vincesse il suo principale sfidante?
Difficile elencare solo tre priorità, visto che c’è così tanto da fare. Credo che al primo posto sarebbe la creazione di reti sociali, culturali ed economiche: tra associazioni, commercianti, cittadini di una stessa frazione, e così via. La politica deve vivere di confronto, altrimenti è gestione aziendale. Poi c’è la creazione di attività e movimento nel centro e nelle frazioni, per non costringere nessuno ad andare a Pisa o Pontedera per il tempo libero. La terza priorità, non per importanza, è l’attenzione a chi è più in difficoltà: ci sono molte persone e famiglie che vivono in estrema povertà nel nostro Comune, altre che a causa di problemi vari vivono ai margini della società, e altre ancora che sono completamente invisibili, anche legalmente. Tutto questo genera disagio, instabilità e crea ferite nel tessuto sociale. Se vincesse il mio sfidante, l’Assessore Cosentini, so per certo che queste priorità sarebbero completamente dimenticate: altrimenti, in questi anni in cui è stato Assessore, qualcosa avrebbe fatto.

Stiamo uscendo lentamente da una emergenza sanitaria che, probabilmente, diventerà crisi economica. Come deve ripartire la politica?

La situazione è grave e molto difficile. Al momento c’è il problema di come tornare a scuola in sicurezza – problema al quale la destra pensa di rispondere accorpando classi e scuole –, poi arriverà il problema di come gestire la fine della cassa integrazione, del blocco dei licenziamenti, della sospensione delle tasse. Non si può pensare di fare finta di niente davanti a tutto questo, dicendo che è compito di qualcun altro. C’è da muoversi in fretta per attivare meccanismi di solidarietà tra cittadini e aziende, per dare aiuti non solo economici a chi è in difficoltà, per garantire il ritorno a scuola in sicurezza. Per esempio, a Cascina abbiamo molti spazi inutilizzati alla Città del Teatro: mettiamoli a disposizione delle scuole.

Le offriamo la possibilità di lanciare un appello a tutti gli elettori di Cascina. Dica pure…
Questa elezione è importante. Per la prima volta abbiamo la possibilità concreta di superare decenni di mancanza di ascolto e decisioni calate dall’alto. E ce la possiamo fare. Anzi, con l’aiuto di tutti, ce la faremo. Quando mi hanno eletto Presidente alla UISP ho detto: “Avete eletto presidente un clown, ma come diceva John Cleese, famoso attore inglese, ‘chi ride insieme lavora insieme’”. Eleggendo un sindaco clown, rideremo insieme e lavoreremo insieme.

Un’ultima domanda: in caso di elezione si impegna a restare in carica fino alla fine del suo mandato?
Certo. Dove devo firmare?

Il giorno delle nozze di Giulia e Cristiano

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Giornalista.

1 Commento
    PIERO PIEROTTI

    Molto belle fuori dai soliti schemi le domande, e molto interessanti le risposte.

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