Nei giorni scorsi è morto il giornalista Nicola Caracciolo. Nato a Firenze nel 1931 da Filippo Caracciolo e Margaret Clarke, apparteneva alla famiglia dei principi di Castagneto. Legatissimo alla Maremma, aveva una casa a Garavicchio, nel comune di Capalbio. Le sue ceneri riposeranno lì. Nei numerosi articoli in cui è stato ricordato si parla anche delle sue numerose battaglie a difesa dell’ambiente. Ad esempio quella contro l’autostrada in Maremma. Per Caracciolo quell’autostrada sarebbe stata “uno scempio e una devastazione”.

Francamente a noi quel buco nella rete autostradale italiana, così come l’inesistenza dell’alta velocità sulla linea tirrenica, pare una bestemmia e un incredibile freno allo sviluppo del Paese. Danni ce ne sono stati ovunque, se proprio dobbiamo dirla tutta. Avremmo dovuto, quindi, fare a meno di tutte le autostrade lungo lo Stivale?

Il ricordo del sindaco di Capalbio

“Il nostro borgo – scrive Settimio Bianciardi – deve molto alla presenza di Nicola che si è impegnato fin dagli anni Settanta nella difesa del nostro territorio e nella battaglia contro il nucleare quando si voleva costruire la centrale a Montalto di Castro. La sua è stata una presenza affettuosa, gentile e combattiva che ha accompagnato lo sviluppo di Capalbio, controllandolo e non perdendolo mai d’occhio. Ne ha favorito anche la crescita culturale come presidente del premio internazionale Capalbio Piazza Magenta dove teneva che il premio avesse sempre un tratto ambientalista. È stato corrispondente della Stampa da Washington, curatore di bellissimi dossier di storia per la televisione e veniva di frequente a lavorare a Garavicchio vicino ai capolavori di Niki de Saint Phalle. Ma non dimenticava mai Capalbio il problema della autostrada tirrenica che lui considerava devastante e la tutela delle nostre bellezze, addio Nicola”.

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