La situazione è nera che più nera non si può per il club amaranto, inchiodato in fondo alla classifica di Serie B con soli 13 punti in 22 partite. L’ultima sconfitta rimediata in casa (0-3 con l’Ascoli) ha oltremodo fiaccato le residue speranze di salvezza dei tifosi del Livorno. Anche se la matematica non è un’opinione e con una serie di vittorie sarebbe possibile accorciare le distanze e portarsi perlomeno nella zona playout. Mollare con un girone di ritorno ancora quasi tutto da giocare non ha senso, oltre a non essere sportivo. Intanto la società è corsa ai ripari ed ha esonerato l’allenatore, Paolo Tramezzani, richiamando sulla panchina Roberto Breda (mandato via ai primi di dicembre). Servirà l’ennesimo scossone? Vedremo.

La novità più grossa è la discesa in campo del sindaco, Luca Salvetti (Pd), che senza mezzi termini ha posto un aut aut al presidente del Livorno: “Mi auguro che venda la società”. Può sembrare bizzarro che un primo cittadino invece di occuparsi delle strade, dei rifiuti, dei trasporti, insomma dei problemi della città, perde tempo con il calcio. Ma non è la prima volta che accade. Anche se, solitamente, gli amministratori comunali si muovono quando c’è qualche caso disperato a livello societario, con il rischio (a volte la certezza) che il calcio scompaia del tutto a causa del fallimento dei club. Di esempi ce ne sono a bizzeffe, da Nord a Sud. A Livorno è diverso, non stiamo parlando di una crisi societaria ma sportiva. E l’invito a farsi da parte può sembrare un’inaccettabile ingerenza, anche se fatta per amore dei colori amaranto (e quindi, giocoforza, anche della città). Ma vediamo cosa ha detto di preciso il sindaco.

Con un ambiente depresso, una squadra ultima in classifica a dieci punti dai playout e demotivata e un mercato a dir poco ininfluente sui destini della squadra, fossi stato Spinelli avrei innanzitutto evitato di fare qualsiasi tipo di proclamo. Parlare di un ritorno in Serie A in tre anni suona come una presa in giro verso i tifosi, che non si meritano questo. Avrei gestito diversamente il momento. I contatti con la società ci sono e attorno al Livorno calcio c’è interesse: ci sono diversi gruppi interessati a questa squadra ed io ho avuto contatti con tre realtà diverse, che ho cercato di mettere immediatamente in contatto con Spinelli per facilitare la trattativa. Ora questi soggetti devono andare a parare con il presidente, il quale deve facilitare questo passaggio, come ha più volte ribadito di voler fare. L’input di dire basta è partito da lui e dal figlio, in queste settimane si deve arrivare a una conclusione. Io non ho seguito le trattative che ci sono state fino ad adesso, in quanto sono state portate avanti direttamente dalla famiglia Spinelli”.

Da tifosi il discorso può essere giusto, anzi sacrosanto. Ma, torniamo a ripetere, è normale che un sindaco si esponga così tanto per indurre la proprietà a vendere la squadra? Non dovrebbe, il primo cittadino, occuparsi di altre cose più importanti per la città?

 

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