Fabrizio Boschi

Due poliziotti con una carriera alle spalle senza ombre sono stati condannati solamente per aver fermato una persona che poi è scappata. È accaduto a Empoli. Sul verbale c’era scritto che il ladro, in fuga dai poliziotti, era caduto e si era rotto la milza. Secondo il tribunale, invece, l’uomo era stato picchiato da un sovrintendente di polizia del Commissariato di Empoli e la versione messa agli atti era un falso compiuto da un collega.

Nel pomeriggio di mercoledì 8 gennaio i due poliziotti sono stati condannati: quattro anni al sovrintendente accusato di lesioni, tre anni e due mesi al collega; l’accusa aveva richiesto quindici e sei anni. Dopo la lettura della sentenza il pm è stato avvicinato e affrontato da uno degli imputati – quello con la pena minore -, che lo ha apostrofato ribadendo l’innocenza dei due agenti e definendo ‘capolavoro’ l’indagine. Il faccia a faccia è stato trasmesso in procura.

Il fatto è del 2013 ed è avvenuto a Bagno a Ripoli, anche se la banda agì soprattutto nell’Empolese Valdelsa. Sette anni fa venne riferito che il ferito – che stava rubando in un cantiere edile – era caduto da solo su alcuni tubi innocenti. Stando all’accusa uno dei sovrintendenti avrebbe colpito più volte con calci sulla parte sinistra del corpo un 50enne romeno, ovvero il malvivente in fuga. Questi avrebbe riportato la rottura della milza ma anche la frattura di una costola e ecchimosi alla testa. Il 50enne venne operato d’urgenza al San Giuseppe di Empoli e proprio il referto medico dell’epoca ha fatto partire le indagini.

All’epoca, durante una conferenza stampa, venne riferito che il ferito era caduto da solo su alcuni tubi. In quel caso i due poliziotti stavano pedinando una banda che rubava nei cantieri edili. Scoprirono il terreno in cui veniva messa la refurtiva e scattò il blitz. Ora la sentenza.

Fabrizio Boschi

Foto d’archivio

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