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LO SCOLMATORE – Due o tre riflessioni sulle feste appena passate

- Cronaca, Scolmatore
7 Gennaio 2020

Doady Giugliano

L’Epifania “tutte le feste le porta via”. Da bambini, questa rima baciata assumeva i toni dell’incubo imminente. Significava la fine di un periodo magico, dove il ritrovarsi in famiglia era, probabilmente, il vero senso della festa. Adesso, che ci siamo già avviati nel nuovo decennio, per giunta con anno bisestile, spente luci e clamori, ci voltiamo indietro per capire se e come siamo riusciti a mettere a frutto questa “magia natalizia”.

Per i bambini, a cui da troppo tempo abbiamo “rotto le favole”, qualcosa di buono sicuramente è rimasto, specialmente per i più piccoli. Gli altri, giovani e meno giovani, al solito hanno festeggiato concedendosi stravizi gastronomici. I più fortunati (si fa per dire) potendoselo permettere, sono fuggiti dalla pazza folla, verso piste innevate o mete esotiche, comunque fuori tiro dalla malinconia natalizia. Così è avvenuto ancora una volta anche nella nostra bella Toscana. Val la pena ricordare inoltre che noi siamo la seconda regione italiana, per numero di anziani….

Già, i nostri vecchi, molti dei quali vivono, in discreta salute fisica, i più fortunati ancora in coppia, altri, soprattutto donne, sole non per scelta. Sicuramente per questi ultimi, ma non solo loro, l’Epifania assume i connotati di una liberazione. Liberi da ricordi, liberi dal senso di abbandono, dalla solitudine, da un festeggiare consumistico che non riconoscono e che subiscono. Esseri umani che la società ha spremuto ben bene prima di cacciarli nell’oblio degli inutili.

Ecco l’altra faccia delle festività, che noi non vediamo o non vogliamo vedere, illuminata solo dai sorrisi ancora godibili perché veri, di quei bambini, che credono a Babbo Natale e alla Befana, che guardano con stupore il bambinello dentro al presepe che qualche pseudo italiano vorrebbe abolire, anche all’interno di quelle chiese, dove invece del “Tu scendi dalle stelle”, si intonano inni della resistenza partigiana. “Se piove di quel che tona…” recita un vecchio adagio toscano, anche il Natale sarà abolito. Un’esagerazione? NO! Di sicuro una provocazione per quel popolo fiero e sano, che forse riuscirà a svegliarsi. Prima che sia troppo tardi!

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