La notizia l’ha data lei stessa con un post su Facebook: “Questa notte a mezzanotte e 45, all’ospedale Santa Chiara di Pisa è nata la nostra Kinzica – scrive l’europarlamentare della Lega Susanna Ceccardi -. 3 kg e 310 grammi di pura felicità. È una capellona come il babbo. Ma ha un bel caratterino, e lì somiglia alla mamma. Stiamo entrambe bene e ringrazio davvero il dott. Bottone e tutto il personale medico perché sono stati fantastici. È davvero il giorno più bello della mia vita”.

La piccola Kinzica è figlia della Ceccardi e di Andrea Barabotti, responsabile organizzativo della Lega in Toscana. Il nome, sicuramente poco usuale, è stato scelto per omaggiare Kinzica de’ Sismondi, figlia di una nobile famiglia pisana, che secondo la leggenda salvò la città toscana dall’invasione dei saraceni.

Ceccardi annunciò di aspettare un bambino durante la festa del suo compleanno (32 anni), il 23 marzo scorso, in un locale del litorale pisano.

Kinzica tra verità e leggenda

Siamo intorno all’anno mille. La giovane Kinzica non riuscendo a dormire fu la prima ad accorgersi dell’arrivo dei saraceni, nella parte a sud della città. Riuscì così a dare l’allarme avvertendo i consoli, che facendo suonare le campane avvisarono la popolazione evitando il peggio. Un’altra versione della leggenda dice che il suono delle campane, improvviso, scoraggiò i saraceni, convincendoli alla ritirata, mentre la città si preparava a rispondere all’offensiva. C’è infine una versione decisamente più combattiva di Kinzica, che la vuole impegnata in battaglia, incitando i pisani a resistere fino alla vittoria. L’episodio sarebbe avvenuto tra il 1004 e il 1005, quando la maggior parte delle forze navali e militari della Repubblica pisana era impegnata contro i saraceni a Reggio Calabria. Ma secondo gli storici l’aggressione ebbe effetti devastanti per Pisa: neanche i vecchi e i bambini vennero risparmiati, e moltissime donne furono fatte schiave. La vicenda legata a Kinzica potrebbe essere successiva di diversi anni (1016 o 1024), con la città sguarnita della propria flotta navale perché impegnata in Sardegna contro i saraceni.

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