Nel luglio 2013 a Pisa fu sequestrata un’edicola in Borgo Stretto. Il padre del titolare, ritenuto un capofamiglia, era stato condannato a venti anni di carcere per associazione mafiosa, omicidio volontario ed estorsione. Il provvedimento, come spiegato dalla Dia di Firenze, era un “sequestro preventivo, finalizzato alla confisca di beni, emesso dalla Corte di assise di appello di Reggio Calabria, su richiesta avanzata dalla sezione operativa di Messina, nei confronti di una famiglia ritenuta contigua alla cosche mafiose messinesi”.

In quel chiosco sotto i portici nel giugno 2014 fu inaugurata l’edicola “I Saperi della Legalità”, gestita da Libera (di don Luigi Ciotti). Purtroppo il 1° marzo 2018 l’attività è stata chiusa, sia per la crisi nelle vendite dei giornali, sia per le difficoltà gestionali: “Si è rivelata troppo onerosa e non indicata per un’attività generalmente gestita a conduzione familiare”. Si era parlato di una riconversione del chiosco, per cercare di portare avanti le finalità sociali e culturali del progetto, ma al momento è tutto fermo.

Su questo tema èViva – Pisa (Liberi e Uguali) punta il dito contro l’amministrazione comunale.

Più sicurezza e lotta al degrado sono state le parole d’ordine dell’attuale amministrazione cittadina. La propaganda ha lasciato il campo ad un pochezza amministrativa difficile da replicare. Fioriera e ordinanze anti-scalini non saranno sufficienti a risolvere le complesse criticità cittadine. Non lo sono perché mentre si cerca di salvaguardare la forma, ci si dimentica completamente della sostanza. E la sostanza è che Pisa ha bisogno di una Politica capace di analizzare, affrontare e gestire fenomeni che vanno ben oltre gli slogan leghisti.

Tra divieti e ordinanze, dalla parte di palazzo Gambacorti si sono “dimenticati”, ad esempio, di gestire l’edicola in Borgo Stretto confiscata alla mafia e restituita alla cittadinanza, grazie al lavoro di Libera, nel Giugno del 2014. Lo stesso don Ciotti partecipò a quella riapertura, segno della vittoria dello Stato sulla mafia, alla presenza delle istituzioni locali.

Oggi quelle istituzioni, con altre priorità ed incapaci finanche di effettuare le nomi dei componenti per l’Osservatorio della Legalità, lasciano l’edicola simbolo dell’antimafia in uno stato di totale abbandono. Pisa ha un simbolo della lotta alla criminalità organizzata chiusa da un anno. Un bene confiscato che andrebbe valorizzato e che invece sembra destinato all’oblio.

Accogliamo positivamente la volontà da parte del Comitato Provinciale di Libera di riprendere il dibattito attorno a quel bene e auspichiamo che la richiesta di ascolto superi la barriera del pregiudizio e arrivi fin dentro la torre d’avorio dove la giunta Ziello, al netto della facciata pre-elettorale, sembra essere indifferente alle voci di Pisa e dei pisani”.

Foto: Liberapisa.it

Autore

Scrivi un commento