Terremoto politico a Massa, dove il sindaco Francesco Persiani (centrodestra) ha tolto le deleghe al vicesindaco Guido Mottini (che aveva le deleghe a turismo, attività produttive, lavoro, sicurezza e polizia municipale) e all’assessore Eleonora Lama (cultura, sport e decoro). Entrambi gli esponenti sono della Lega. La delega di vicesindaco è stata affidata ad Andrea Cella, segretario provinciale della Lega.

Cosa ha provocato questo scossone? È stato il sindaco stesso a spiegarlo, dicendo che è venuta meno “la necessaria armonia per portare avanti il mandato amministrativo”, ma ha parlato anche di “divergenze di vedute circa le modalità di gestione delle deleghe loro affidate”. Ha aggiunto poi che con la Lega, primo partito della maggioranza, “non sussiste alcun problema”. Tesi confermata dal partito di Salvini:  “La Lega di Massa è coesa attorno al progetto di Francesco Persiani sindaco. Il nostro gruppo – afferma in una nota Andrea Cella – è stato il primo a proporre e credere nel nome di Persiani, scelta più che azzeccata e che ci ha permesso di cambiare colore all’amministrazione della città dopo decenni. La nostra fiducia è stata ricambiata dal sindaco ed è rinnovata anche oggi”.

Al di là del politichese e delle frasi di circostanza, cosa può aver scatenato questo polverone? Qualcuno dice che sia stata la “mostra dello scandalo”, quella in cui è stato esposto un crocifisso blasfemo, con la scritta “Lgbt” al posto di “Inri” e, soprattutto, le mutande leopardate con il marchio “Dolce e Gabbana” (leggi l’articolo). La mostra dell’artista Giuseppe Veneziano ha suscitato mille polemiche, con una raccolta di firme di condanna (oltre tremila adesioni) e la protesta formale dei cattolici, in primis quella del vescovo Giovanni Santucci. Il sindaco, poco dopo aver firmato la revoca dei due assessori, ha affermato: “Ho dovuto far fronte ad una paurosa gaffe per quel quadro che ha offeso la comunità cattolica”. Ma la mostra potrebbe essere stata solo l’ultima goccia, come il sindaco ha fatto intendere, sottolineando che le tensioni all’interno della Lega erano presenti già da tempo.

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