Doady Giugliano

Aeroporto Sì, Aeroporto No! In ordine di negazionismo infrastrutturale, dopo il No-Tav, No-Tap, la querelle del “Vespucci” assume i connotati della fatidica goccia che fa traboccare il vaso, vanificando anche l’utilizzo del nostro SCOLMATORE. Ed ecco servito dunque anche il “NO-SCAZZ”!! Già perché questo messer Amerigo Vespucci, che proprio in questi giorni festeggiava dalla sua più serena “dimensione” il suo cinquecentosessantacinquesimo compleanno, certamente avrà pure lui, buon’anima di navigatore, lo “scolmatore” a rischio esondazione a forza di sentirsi tirato quotidianamente in ballo da novelli Guelfi e Ghibellini. La querelle, dopo le opposizioni (eufemismo) dei vari comuni interessati alla costruzione della nuova pista, assume sempre più i connotati di scontro politico.

A pochi mesi dall’insediamento del nuovo governo gialloverde, per bocca del ministro Gian Marco Centinaio si confermò la volontà di fermare la realizzazione dell’opera: “La nuova pista non si fa perché a Firenze non serve”, disse il “ghibellin” Gian Marco. Apriti cielo! La chiamata alle “armi” venne proclamata immediatamente con lo schieramento delle truppe gigliate (ma solo quelle cittadine ovviamente) pronte alla “pugna”.

“Siamo inorriditi dal gioco politico che si sta scatenando su questo tema”. Affermò nella circostanza il Governatore Enrico Rossi. “Sono in gioco infatti investimenti ben più ampi, capitali che possono decidere di venire in Toscana o di andarsene perché messi in fuga da un inadeguato scalo aeroportuale”. Affermazioni che sarebbero sacrosante se, a poco più di 70 km, non esistesse l’Aeroporto Internazionale Galileo Galilei, tra i più sicuri d’Europa e dove possono atterrare anche i colossi del cielo. E a dar man forte al Governatore arriva il “Pier Capponi” della situazione, ovvero il sindaco Dario Nardella: “L’aeroporto lo faremo – ebbe a controbattere – il ministro Centinaio tenga giù le mani dalla città. Questa Lega è ridicola, arrogante e letteralmente ignorante, perché parla di Firenze senza conoscerla, peggio, disprezzandola”.

Alè, la guerra è servita! Ma sarà una guerra politica o economica? A questo punto, giusto per rimanere nella storica metafora, urge la classica citazione: “Guelfo non son, né Ghibellin m’appello: chi mi dà da mangiar, tengo per quello”.

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Perché la rubrica si chiama “Lo scolmatore”? Quando il troppo è troppo è opportuno aprire le paratie dando libero sfogo all’acqua, per evitare che tracimi allagando tutto. Ogni riferimento al canale Scolmatore, che dall’Arno devia l’acqua in eccesso al mare, è voluto. Un libero sfogo ragionato da cui si possono trarre spunti di riflessione interessanti.

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