Doady Giugliano

Non allarmatevi, non si tratta della solita retata di amministratori corrotti ma di qualcosa di molto, molto più tangibile. L’amministratore corrotto è un bene (pardon, male) molto mobile, mentre qui parliamo dell’immobile, ovvero lo storico ed architettonicamente piacevole palazzo della Provincia di Pisa, che per lunghissimi decenni, unitamente al Palazzo delle Poste ha fatto da nobile cornice a Piazza Vittorio Emanuele. Cornice offuscata “soltanto” dai lunghi sofferti anni dei lavori (sic!) per la realizzazione del cosiddetto parcheggio/buco fortissimamente voluto dall’allora amministrazione comunale targata Fontanelli. Una sorta di virus (quello delle lungaggini del parcheggio/buco) che evidentemente deve aver colpito anche la sede dell’amministrazione provinciale, da mesi imprigionata con una fitta serie di recinzioni da fare invidia al muro con il confine Messicano richiesto dal presidente Usa, Donald Trump.

Recinzione in verità innalzata in brevissimo tempo, tanto da presagire che di lì a poco il “bel palazzo” potesse tornare ad ergersi più bello e splendido che pria. E no, signori mie! Vi siete invano illusi. Il morbo del “parcheggio buco” era in agguato, tra le pieghe del monumento a Re Vittorio (chissà perché dopo anni di così fatta Repubblica continua a guardarci rigorosamente in cagnesco) pronto ad entrare in azione per bloccare l’ennesimo lavoro in loco. Ed ecco così che da un giorno all’altro sono scomparse o meglio mai comparse le maestranze che avrebbero dovuto recuperare facciate e cedimenti vari del prestigioso immobile.

L’ennesima vergogna per una Città d’Arte che dovrebbe (voce del verbo speriamo bene) mostrare il suo volto migliore ai milioni di visitatori che annualmente accoglie. Inevitabilmente la mente corre alle consuete lungaggini burocratiche o alla sciagurata legge del Governo Renzi, che di fatto ha svilito l’indispensabile servizio fornito dalle Province. Il casus belli potrebbe avere però un’aggravante politica. Il povero palazzo imprigionato, come in molti sanno, è di proprietà e gestione di Regione e Provincia, da decenni governata dalla Sinistra, mentre il Comune di Pisa, da quasi un anno è a trazione leghista. In un Paese normale e civile le differenti militanze sarebbero superate in nome dell’interesse comune, del buon decoro ed in nome della migliore accoglienza del forestiero. Invece il sospetto del dispetto (notare la rima baciata) avanza prepotente nei nostri pensieri: non sarà che si voglia contribuire ad offuscare l’immagine della città per tacciare d’inefficienza il “nemico”? A pensar male a volte si fa bene anche se, poveri noi, questa storia di incatenamenti e recinzioni, ricorda molto la vecchia metafora del marito che per far dispetto alla moglie…

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Perché la rubrica si chiama “Lo scolmatore”? Quando il troppo è troppo è opportuno aprire le paratie dando libero sfogo all’acqua, per evitare che tracimi allagando tutto. Ogni riferimento al canale Scolmatore, che dall’Arno devia l’acqua in eccesso al mare, è voluto. Un libero sfogo ragionato da cui si possono trarre spunti di riflessione interessanti.

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