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Fabiola Trivella, la manager con la voce da soprano

- Cultura, Interviste
22 Febbraio 2019

La musica l’ha sempre avuta nel sangue, anche se per un certo periodo della sua vita l’aveva accantonata. La toscana Fabiola Trivella è considerata uno dei soprani più versatili per il suo vasto repertorio, dal lirico pucciniano e verdiano al jazz, fino alla canzone napoletana. Diplomata e poi laureata in canto lirico col massimo dei voti al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, ha seguito master e studi privati di specializzazione con i migliori Maestri italiani e di tradizione. Chi scrive lo scorso dicembre ha avuto modo di assistere ad un concerto benefico, nella chiesa di Casciavola (Pisa), in cui Fabiola, organizzatrice dell’evento, si è esibita insieme al coro gospel “Voices of Heaven Gospel Choir”. Scherzando con il pubblico, tra un brano e l’altro, il Maestro ha parlato di sé come presentatrice, cantante e manager. Tutto vero, perché nel corso degli anni ha svolto tutte queste attività, conseguendo risultati brillanti.

Fabiola, si sente più manager, presentatrice o cantante?
Quella battuta (“sono una manager, presentatrice e cantante”) più che altro voleva essere un riassunto delle tante esperienze che ho fatto nel corso degli anni. Ovviamente non si può fare tutto insieme…

Di cosa si occupa “Studio Donneinmusica”?
È uno studio di management e consulenza artistica che ho aperto da poco. Gestiamo e rappresentiamo vari artisti, cantanti lirici e pop. Ci occupiamo anche di produzione, organizzazione eventi e turismo musicale.

E l’Associazione culturale Donneinmusica?
Proponiamo spettacoli e iniziative musicali a scopo benefico, cercando di utilizzare al meglio i contatti che abbiamo maturato lavorando in questo settore. Nel 2017 abbiamo organizzato il primo evento, un concerto nella chiesa di Casciavola, tutto incentrato sulle Ave Maria, con due voci soprano e l’organo. Ci sono molte Ave Maria, anche se molti lo ignorano. Abbiamo proposto anche dei canti natalizi. L’anno dopo, lo scorso dicembre, abbiamo fatto il bis, stavolta invitando un coro gospel molto conosciuto e apprezzato.

Il pubblico mi è parso abbia gradito…
Sì, devo dire che c’è stato molto interesse e curiosità.

Organizzerete altre iniziative simili?
Penso di sì, mi fa molto piacere poter unire la musica, la mia passione, alla solidarietà.

Ci racconta com’è arrivata a lavorare in questo settore?
La mia fortuna artistica è nata partecipando ad un importante premio musical letterario, Lunezia, che si svolge in Liguria. Vengono premiati i testi della canzone italiana. Da lì sono entrata in contatto con diversi artisti, con cui poi ho collaborato. Studiando a Roma ho incontrato e avuto modo di lavorare con diversi artisti, da Giorgio Albertazzi ad Amedeo Minghi. Ho scritto per la Rai e scritto testi per un programma di Paola Saluzzi. Oggi come “Studio Donne in Musica” seguiamo diversi artisti e cantanti lirici, tra cui cito il soprano Amarilli Nizza.

Una curiosità. Nello spettacolo che ho avuto modo di seguire ho notato che lei passa con estrema facilità dal jazz, al gospel, fino alla lirica. Come ci riesce?
Qualsiasi genere si voglia interpretare alla base ci deve essere una buona padronanza del canto, direi che è imprescindibile. Il maestro di tecnica di canto insegna a gestire tutte le ottave della voce, da quella di petto a quella impostata in maschera. Per questo si canta in vari registri. Poi, ovviamente, conta la predisposizione. Del resto come non tutti sono poeti, artisti, pittori, non tutti sono portati per il canto.

Lei che percorso ha fatto?
Sono partita dal pop, come cantautrice. Dopo ho deciso di intraprendere studi classici. I miei gusti sono sempre stati per il blues, anche se non sono mai stata una cantante blues.

Quando ha iniziato a cantare?
Fin da piccola, nel coro in parrocchia. dove facevo anche le parti da solista. Poi c’è stato un lungo periodo di stop, quando mi sono fidanzata. Per una decina di anni misi da parte la musica. Quando ho avuto mia figlia, a 25 anni, i 2-3 mesi che sono rimasta a casa dal lavoro riascoltando tante canzoni mi sentii presa da una morsa al petto e, così tornai alla musica. Frequentai dei corsi, chitarra moderna e classica e un giorno mi dissi: ‘Queste cose le so fare e mi divertono…’. Da lì ho continuato.

Com’è riuscita a lavorare e studiare?
Ho seguito dei corsi ad hoc per i lavoratori, di solito concentrati in uno o due giorni, grazie a permessi e ferie, sfruttando le possibilità previste dalla legge per chi studia e lavora. Ma devo anche dire grazie ai miei datori di lavoro  dell’epoca, che sono sempre stati disponibili.

Dove ha studiato musica?
Avevo iniziato tardi e così decisi di fare il grande salto, andando a Roma. Ho studiato da privatista, preso il diploma e fatto l’audizione di ammissione interna al Conservatorio Santa Cecilia. Poi mi sono laureata in Discipline musicali, specializzandomi in Scuola di canto (leggi la biografia completa).

Quando ho sentito di avere una marcia in più?
Più che sentirlo io sono gli altri che alimentano in te la speranza di poter essere un cantante, facendoti salire con sicurezza sul palco, davanti ad un pubblico. Anche se a mio parere i veri artisti sono umili, nonostante le apparenze. Certo, esistono differenze caratteriali: chi ha più grinta e si preoccupa di meno, chi è più arrivista, di solito arriva prima. Ovviamente deve avere qualità, altrimenti alla lunga non può reggere.

È soddisfatta della sua carriera?
Personalmente sono contenta di quello che sono oggi, del mio passato e della carriera che ho fatto. Anche se sta agli altri giudicare, qualcosa ho fatto e qualcosa farò ancora…

Se non avesse fatto questo mestiere cosa avrebbe voluto fare?
Non sono stata sempre e solo una cantante. Ho studiato ragioneria e nel mio primo lavoro, che ho svolto per anni, mi occupavo di amministrazione. Ho studiato la musica da privatista, mentre lavoravo e dopo che avevo avuto mia figlia.

Progetti futuri?
Sviluppare la mia struttura di management ed eventi e lavorare di più con il mondo del teatro. Artisticamente desidero fare quello che mi piace, cercando di trasmettere le mie riflessioni in modo divertente e stimolante. Da qualche anno sto portando avanti un progetto che vedrà la luce tra poco.

Ci può anticipare qualcosa sul suo progetto?
Sarà incentrato su di me, tra musica e teatro.

Nella foto in alto: Il Maestro Fabiola Trivella al Tchaikovsky Concert Music Hall di Mosca, in duo col tenore Fabio Andreotti

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Giornalista.

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