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Cuneo-Pro Piacenza finisce in farsa: ma questo non è calcio

- Sport
18 Febbraio 2019

Per protestare contro la decisione di far ripetere la partita con la Juventus, inizialmente vinta a tavolino dai nerazzurri, il presidente dell’Inter Angelo Moratti decise di mandare in campo i ragazzini della Primavera. 10 giugno 1961: la partita finisce 9-1 per i bianconeri (guarda i gol). Sivori, scatenato, fece sei go. Un calcio in bianco e nero che appare lontanissimo. Eppure nel 2019, in Serie C, è successo di peggio.

A un passo dal fallimento (ha già saltato tre partite) la Pro Piacenza va in campo a Cuneo con sette giocatori rimediati in fretta e furia. Neanche undici giocatori ma solo sette, il minimo previsto dal regolamento affinché una partita sia considerata regolare. Sono tutti ragazzi dai 19 anni in giù, senza allenatore né dirigenti ad accompagnare la squadra. Il capitano è il 19enne Nicola Cirigliano, che figura anche come allenatore.

Più che una partita è una farsa: pensate che l’ottavo giocatore, sceso in campo per dare un cambio, è il massaggiatore. E, per uno scherzo del destino, al 30′ del secondo tempo si è pure infortunato. Alla fine finisce 20-0 per il Cuneo. Punteggio record, ma c’è poco da fare battute. Questo non è calcio, è qualcosa di diverso, dove non esiste neanche la dignità e il rispetto per lo sport. La colpa ovviamente non è dei ragazzini scesi in campo, ma di chi ha permesso tutto questo. E che, fin dall’inizio, non ha fatto rispettare le regole, senza le quali lo sport diventa una barzelletta che non fa neanche ridere.

Gabriele Gravina, presidente della Figc, parla di “insulto allo sport e ai suoi principi fondanti. In questa situazione surreale la Figc aveva il dovere di far rispettare tutte le regole e ha esercitato questo ruolo. La nostra responsabilità  è quella di tutelare la passione dei tifosi, gli imprenditori sani e la credibilità dei nostri campionati: quella cui abbiamo assistito, nostro malgrado, sarà comunque l’ultima farsa”. Il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli: “Si tratta di una pagina nera del calcio, che purtroppo ci portiamo dietro da tempo. Chiediamo scusa a tutti, in particolare ai tifosi. Noi dobbiamo attenerci al regolamento, ma oggi sono state violate le norme della lealtà sportiva in modo inverecondo. Si è superato il limite”. Durissimo anche Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione calciatori: “Episodi come quelli di oggi non fanno bene a nessuno e, a quanto pare, la partita era anche quotata alle scommesse. Oggi è mancata la sportività, qualunque condizione di fare calcio, ed è una cosa grave”.

Pare che il risultato non sarà omologato. Ci sembra il minimo. Ma il problema, lo ripetiamo, non è il risultato né la “fame” di gol dei giocatori del Cuneo. Non saremmo mai dovuti arrivare a questo punto.

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Giornalista.

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