Non si fa in tempo a pubblicare una notizia su un’operazione antidroga che questa viene superata da un altro blitz delle forze dell’ordine, impegnate in una guerra che sembra non finire mai. Ciò dimostra l’enorme impatto che il traffico di stupefacenti ha nella nostra società, con tutte le implicazioni del caso.

A Firenze la Polizia ha smantellato una grande centrale di spaccio che operava ai giardini della Fortezza da Basso: tra sabato e martedì gli agenti hanno eseguito una serie di arresti nei confronti di 26 stranieri accusati di detenzione illecita e spaccio di eroina, hashish e marijuana. La zona intorno alla Fortezza da tempo era al centro di vari esposti di cittadini e comitati di quartiere, che denunciavano il continuo spaccio a cielo aperto. Il 23 settembre una giovane di 21 anni era morta dopo aver acquistato, proprio lì, una dose letale di eroina. Ma arresti e denunce non avevano bloccato

Arresti, denunce e ingenti sequestri non avevano bloccato il traffico. Un rodato sistema di vedette in bicicletta rendeva più difficile il lavoro degli investigatori. Fondamentale, dunque, è stata l’installazione di alcune telecamere nascoste nei giardini, per poter controllare 24 ore su 24 le zone calde dello spaccio, identificando tutti i soggetti coinvolti. Il controllo è scattato a ottobre, con alcuni agenti che hanno operato sotto copertura, acquistando piccole quantità di droga per entrare in contatto con alcuni spacciatori. C’è chi, messa da parte la difesa e “cancellato” il vero nome, ha impersonato il tossicodipendente e chi, invece, si è camuffato nel grossista. Tutto per mettere insieme le tessere del puzzle, una dopo l’altra, ricostruendo la rete dello spaccio, senza limitarsi ai “pesci” piccoli.

L’ultimo episodio sabato scorso in un parcheggio sulla A1, dove alcuni trafficanti di droga si sono ritrovati in pochi attimi circondati dagli agenti che avevano monitorato tutti i loro spostamenti. I poliziotti, appostati dentro due furgoni, sono entrati in azione non appena fornitori e clienti hanno concluso la trattativa. La Polizia ha sequestrato oltre mezzo chilo di eroina; 4 le persone di origine nigeriana finite in manette nell’ambito di questo singolo episodio. Grazie a questa complessa indagine, la Polizia di Stato in poco più di due mesi è inoltre riuscita ad identificare più di una ventina di pusher, per lo più cittadini nigeriani e marocchini di età compresa tra i 20 e i 42 anni.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il gruppo da tempo aveva occupato l’intera area verde del parco ed alcune zone limitrofe (in particolare le vicine fermate del tram), dandosi ad uno smercio continuo di sostanze stupefacenti in strada. Gli spacciatori presidiavano il territorio sfruttando al meglio le caratteristiche del parco e nascondendo la “merce” tra foglie, piante, dossi nei cestini dei rifiuti. In caso di controlli improvvisi, inoltre, i pusher erano soliti ingoiare le dosi di stupefacente tenute nascoste in bocca, secondo un trucchetto ben consolidato.

La rate di spaccio era ben strutturata, con una buona divisione dei compiti: ognuno dei membri si avvaleva degli altri per effettuare le singole cessioni, che avvenivano solo dopo alcuni passaggi tra chi nascondeva e recuperava la droga, chi la cedeva, chi prendeva il denaro incassato e chi, infine, vigilava che tutto filasse liscio (le vedette).

Il procuratore capo Giuseppe Creazzo ha parlato di “un’attività delittuosa stabile, sistematica e continuativa”, tanto che in due mesi sono state accertate più di 200 cessioni di stupefacente, con una proiezione di diverse migliaia l’anno ed un consistente giro d’affari. Gli arrestati sono stati portati nel carcere fiorentino di Sollicciano.

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