Alla Camera dei deputati si è discussa l’interpellanza presentata da alcuni deputati (Erica Mazzetti, Lucia Ciampi, Stefano Ceccanti e Susanna Cenni) che hanno chiesto al Governo come mai non siano stati stanziati fondi per i territori colpiti dal maxi incendio che ha sconvolto i Monti Pisani alla fine settembre 2018.

La sottosegretaria per le Politiche agricole Alessandra Pesce ha spiegato la linea del Governo: “Premesso che la regione Toscana ha dichiarato lo stato di emergenza regionale, rendendo operativo un piano da 1,5 milioni di euro e ha provveduto egregiamente con la protezione civile regionale al superamento dell’emergenza e agli interventi di spegnimento e messa in sicurezza dell’intera area percorsa dall’evento, il dipartimento della protezione civile non ha ritenuto di riconoscere lo stato di emergenza nazionale in quanto non sussistevano circostanze tali da giustificare l’adozione di misure che trascendessero le capacità operative e finanziarie degli enti competenti in via ordinaria.

Per quanto riguarda le iniziative che si intendono intraprendere per l’avvio di interventi in difesa del suolo e per il contenimento dei rischi idrogeologici, questo Governo ha deciso di affrontare in maniera strutturale le problematiche relative al rischio idrogeologico in Italia destinando, con DPCM, al Fondo investimenti risorse pari a un aumentare complessivo, nel periodo 2018-2033, di 2 miliardi 110 milioni di euro e avviando il piano operativo nazionale per la mitigazione del rischio idrogeologico per il periodo 2014-2020. Nonostante il suddetto piano preveda tra le tipologie di dissesto anche le aree percorse da incendi, allo stato non risulta pervenuta alcuna richiesta di finanziamento da parte della regione interessata.

Per quanto concerne l’avvio di iniziative per lo sviluppo immediato e il ripristino dei terreni andati distrutti, si rammenta che il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo, con provvedimento del 22 novembre 2018, ha dichiarato l’esistenza del carattere di eccezionalità dell’evento che ha interessato il Monte Serra, creando tutti i presupposti affinché la regione Toscana possa attivare le pertinenti misure e sottomisure del proprio programma di sviluppo rurale 2014-2020 destinate al ripristino del potenziale agricolo e forestale danneggiato dall’evento in parola”.

La deputata Erica Mazzetti (Forza Italia) ha replicato dicendo di essere soddisfatta a metà della risposta ricevuta: “Vedo da parte del governo della Toscana e da parte del comune di Calci, che è il comune più colpito e che è un piccolo comune di circa 6.400 abitanti, mettere in atto numerosi interventi dal punto di vista economico e per le persone addette ai lavori, a differenza, invece, del Governo che, oltre a non aver riconosciuto lo stato di emergenza nazionale, non ha messo nemmeno in campo i provvedimenti e a disposizione i soldi per fare tale cosa. Soprattutto, io chiedevo di intervenire per tutti quei problemi legati a chi ha perso l’abitazione, a chi ha perso i terreni privati, alle aziende che hanno perso la produzione e a cui ci vorranno al minimo 15 anni affinché i propri frutti potranno tornare a rendere produttiva la propria azienda, mentre invece questo non è stato fatto. Oltre a questo, chiedevo, insieme ai miei colleghi, di poter annullare i tributi, le bollette e i finanziamenti in essere a queste persone colpite, però anche a questa richiesta non è stata data una risposta. L’unica risposta che è stata data è una risposta parziale, perché per il rischio idrogeologico, secondo me, il Governo avrebbe dovuto stanziare molti più soldi, in quanto le ultime esperienze in tutto il Paese ci hanno dimostrato che il nostro è un territorio fragile dal punto di vista idrogeologico, che tutto il territorio, dal nord al sud, può essere colpito e i soldi che il Governo ha detto di stanziare in questo provvedimento sono veramente irrisori per quello che è successo e per quello che potrebbe succedere al nostro territorio.

Pertanto, chiedo al Governo che ripensi sia ai soldi investiti per il rischio idrogeologico, che sono insufficienti, ma anche a quanto espresso per il Monte Serra, perché anche il Ministro Centinaio, che è competente per l’agricoltura, ha compiuto delle piccole visite in loco e adesso si è reso conto del danno enorme che si è registrato (si parla di oltre 10 milioni di euro di danno) e dice di volere un confronto con il presidente della Toscana. Spero che questo confronto avvenga presto e spero che il Ministro Centinaio si renda conto della situazione, perché potrebbero sparire anche queste piccole realtà dove ci sono “hobbisti” che seguono i terreni per hobby personale, non per un guadagno ma soltanto per una questione personale e, soprattutto, per la tutela del territorio. Se in questi piccoli comuni si va a perdere anche questo il rischio sarà ancora maggiore e il Governo dovrà mettere ancora più mano a questa situazione.

La deputata Lucia Ciampi (Pd) ha espresso invece la non soddisfazione “per la risposta che è stata data relativamente a questo evento che è stato un evento terribile, che ha devastato, come diceva la collega precedente, un territorio vastissimo comprendente i comuni di Calci, di Vicopisano e anche di Buti, seppure in maniera marginale. Sono state distrutte dodici case, quattro completamente: quattro completamente vuol dire che quattro famiglie si ritrovano senza la casa. I danni alle strutture ammontano a 3 milioni 100 mila euro. Mi permetto, inoltre, di correggere il precedente intervento perché i danni complessivi sono stati calcolati in 15 milioni di euro. Quindi, la regione Toscana ha chiesto prima di tutto il ristoro per i danni alle strutture delle dodici case distrutte (quattro completamente). Quindi, è stata richiesta ufficialmente la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale perché, con questa possibilità, il Governo potesse intervenire per rimborsare quanti hanno perso la casa. Inoltre, è stato chiarito che per ottenere i rimborsi per i danni alle colture e per gli investimenti a cui le aziende saranno costrette per ripartire, sarebbe servita la dichiarazione di stato di calamità naturale, per cui era necessario un intervento diretto del Ministro dell’agricoltura. Il Governo, come lei ci diceva, non ha riconosciuto lo stato di emergenza nazionale per l’incendio del Monte Pisano. La motivazione è quella data dal dipartimento della Protezione civile, che noi riteniamo assolutamente non accettabile, cioè che l’evento non abbia determinato condizioni tali da giustificare questa misura. Ma come è possibile accettare questa dichiarazione? “L’incendio – dice questa dichiarazione – non risulta abbia coinvolto in modo significativo le strutture”. Io credo che non si possa accettare questa dichiarazione in presenza di tali danni.

Altra cosa, poi, è quella che riguarda i danni all’agricoltura, per i quali si è chiesto lo stato di calamità naturale al Ministro dell’agricoltura, consapevoli della presenza di un Fondo europeo, il Programma di sviluppo rurale 2014-2020, che la regione Toscana, in maniera lungimirante, aveva a suo tempo programmato e concertato con i precedenti Governi, e che l’Europa ha messo a disposizione degli agricoltori in caso di calamità. Il Ministro ha doverosamente firmato il decreto che ha autorizzato la regione a intervenire sui territori danneggiati e per il quale abbiamo tutti ringraziato: un atto dovuto, senza che però dal Governo sia stato concesso alcun aiuto ulteriore rispetto a quelli previsti. Il Ministro ha autorizzato a spendere alcune risorse assegnate alla Toscana dal piano di sviluppo rurale – dal proprio piano di sviluppo rurale – per i danni in agricoltura, mentre invece zero risorse per il riconoscimento di emergenza nazionale e quindi per le strutture.

Zero risorse direttamente dal Governo, mentre cittadini, imprese, agricoltori e allevatori hanno perso tutto. A parole ci sono state promesse che le risorse sarebbero arrivate comunque con il primo provvedimento utile e, a nostro parere, le occasioni ci sarebbero state: c’è stato il “decreto emergenze” e c’è stata la legge di bilancio. Tuttavia, anche in queste occasioni le nostre speranze sono state disattese e i nostri emendamenti, sia nell’un caso sia nell’altro, sono stati respinti. “Dalle parole ai fatti” ha dichiarato il Ministro firmando il decreto di autorizzazione. Solo che i fatti sono esclusivamente i finanziamenti…

 

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