Doady Giugliano

Ed il “Sole” dichiarò: “Pisa, sprofonda verso l’abisso che ti sei cercato. Ti mancano 54 passi per salire sul barcone di Caronte”. E già, sarà un Natale al limite della zona recessione, secondo il quotidiano economico nazionale. Appena un gradino al di sopra dei laboriosi pratesi. Ma colà dove cenci e stracci si trasformano in tessuti più o meno pregiati vige l’ordine imposto dalla mafia cinese. Noi poveri bis-bis-bis nipoti di Galilei, Fibonacci e Conte Ugolino, patrocinati dal sempre più distratto San Ranieri, dobbiamo invece accontentarci della mafia nigeriana.

Insomma, a questo giro (i dati si riferiscono ovviamente al 2017) nonostante il festoso Delfino che ha trovato dimora in Arno, abbiamo fatto come il Gambero, scendendo di ben 7 posizioni nella classifica della qualità del quotidiano vivere. Una posizione sicuramente scomoda che ben descrive il clima che si respira all’ombra della celebre Torre Pendente. Adesso, tra panettoni e strenne varie, ci ritroviamo a ricercar colpe e colpevoli. Un vecchio adagio recitava: “Lasciar fare, perse la moglie!”. Ora, direte voi, se la moglie scappa con un altro non è sempre detto che sia una disgrazia. Ma quando si perde una città intera, la disgrazia è assicurata. Ed è proprio così, giorno dopo giorno, anno dopo anno, abbiamo chiuso un occhio, sovente anche due ed i risultati sono questi. Degrado, sporcizia, delinquenza di tutti i tipi ed insicurezza reale, non percepita come certi soggetti privi d’occhiali vorrebbero farci credere.

Scomodando l’interpretazione esoterica dei numeri, si scopre che il 54 rappresenta, tra le altre cose “la paura di essere derubati, scippati, assaliti, violentati, picchiati… rappresenta anche le mandrie di animali (qui il riferimento ai troppi delinquenti è estremamente chiaro) e rappresenta anche il diavolo, la paura di esprimere la propria opinione”.

Adesso ditemi pure che è un caso. A me pare invece che sia una sorta di fotografia perfetta per una città, la nostra, che ha invece immense potenzialità. La città dei Saperi, dell’Arte, dei Crocifissi lignei che nessuno viene a visitare, culla delle tecnologie più avanzate, del buon cibo. In poche parole una città da primi posti in classifica. Invece, adesso, siamo ancora una volta a piangerci addosso, incolpando i soliti noti di tutto quanto.

Ma noi cittadini, cosa abbiamo fatto fino ad oggi perché ciò non accadesse? Penso al decoro urbano, e soprattutto alla pulizia della città. Certo in città quotidianamente calano orde da tutti i punti cardinali. La stazione ferroviaria ci porta annualmente quasi 18 milioni di passeggeri, l’aeroporto altri 5. Non contiamo poi il turismo che si muove su gomma ed aggiungiamoci pure gli oltre 50mila studenti fuori sede. Dura la vita per coloro che debbono mettere ordine in una situazione del genere. È sicuramente più facile realizzare il Cubo di Rubik (che guarda caso è composto da 54 quadrati colorati). Un compito arduo anche per la nuova Amministrazione comunale, alla quale si chiede il miracolo della “Resurrezione di Lazzaro” in pochi mesi di attività. Ma i miracoli, in genere, avvengono se si prega moltissimo, ed a volte non basta.

Quindi pisani doc o d’importazione, dotatevi di pazienza e se non siete buoni cristiani, la simbologia del 54 vi viene incontro fornendovi alternative interessanti. 54 è infatti il numero dei grani che ha il rosario tipico dei buddisti, e sempre 54 sono i volumi che compongono il Tripitaka del Buddismo. Il Pentateuco (Torah) è diviso in cinquantaquattro (54) sezioni settimanali, chiamate Paracha o Sidra dagli ebrei. Il Paracha si legge nella sinagoga durante l’ufficio mattutino del Chabbat. Ai nuovi inquilini di Palazzo Gambacorti consigliamo di rivolgersi agli Angeli, per i quali (simbologia angelica) il 54 significa “aiuto per l’indispensabile cambiamento”. Una curiosità, nel credo islamico non c’è traccia di simbologia per il 54. Sarà un caso anche questo?

Doady Giugliano

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