Il vino non è solo un piacere del gusto (se buono), è anche cultura, storia, tradizione e ovviamente business. Grazie a un master universitario da qualche anno si formano veri e propri “ambasciatori” in grado di valorizzare le produzioni vitivinicole dell’Italia nel mondo, esperti in grado di conoscere i vini italiani, i territori che li producono e i risvolti qualitativi, culturali, sociali, economici e commerciali. Il master, “Vini italiani, mercati mondiali“, è promosso dalla Scuola Superiore Sant’Anna, dall’Università di Pisa, dall’Università per Stranieri di Siena, dall’Ais (Associazione Italiana Sommelier).

Sono fondamentalmente di due tipi i mercati del vino. Quelli consolidati (Usa, Germania e Regno Unito) e quelli in espansione (Cina, Corea, Russia). Meritano inoltre una particolare attenzione i paesi “emergenti” dal punto di visto del consumo del vino, come l’India, l’Africa, il Sud-est asiatico e il Messico.

L’edizione di quest’anno del master (siamo alla quarta edizione) si inaugura giovedì prossimo alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (ore 15.00, aula magna). “Quando è stata attivato il master – commenta Pietro Tonutti, direttore del master – l’Italia aveva da poco superato la soglia dei 5 miliardi di euro di export di vino, ma negli ultimi tre anni si sono verificati almeno due fatti importanti: l’Italia ha raggiunto la leadership produttiva a livello mondiale e l’ha mantenuta anche nell’annata 2017, che pure ha visto forti cali produttivi in tutta Europa, con una quota del 16 per cento della produzione mondiale, ma ha anche costantemente incrementato il valore complessivo dell’export per un valore che, nel 2017, ha raggiunto e superato il valore record dei 6 miliardi di euro“.

“Questo trend positivo, a cui ha contribuito in maniera determinante anche la Toscana, appare destinato a consolidarsi nel tempo. Anche a causa della diminuzione dei consumi interni, l’export del vino rappresenta un fattore di assoluta importanza per il settore enologico nazionale con positive ripercussioni anche su altri aspetti ad esso collegati come aumento dei flussi turistici e promozione più generale del ’Made in Italy’. Da qui la necessità di formare figure professionali in grado di creare opportunità e diffondere la conoscenza dei vini italiani, nonché accompagnare, gestire ed implementare i flussi di esportazione in stretta sinergia con il mondo produttivo”.

 

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