Proseguono le interviste de L’Arno.it con i candidati a sindaco di Pisa. Questa volta parliamo con Veronica Marianelli (Psi), 37 anni, archeologa.

A due mesi dal voto non c’è ancora un quadro definito con tutti i candidati a sindaco. Ci spiega cos’è successo?
Le vicende nazionali, caratterizzate da una situazione economica e sociale difficile, stanno condizionando molto le forze politiche anche a livello locale. La maggioranza che ha governato gli ultimi cinque anni a Pisa, (in buona sostanza Pd + Mdp) si trova di fronte ad un nodo da sciogliere: cogliere la richiesta di cambiamento programmatico e di personale politico o mantenere lo status quo dando una semplice riverniciata. Il Psi per tempo ha scelto la strada del rinnovamento proponendo all’attenzione del civismo democratico, del centro e della sinistra la mia candidatura, di impegno civile, a sindaco di Pisa.

Le primarie non sono (potevano essere) una buona idea per il centrosinistra?
La situazione socio-economica dell’area pisana più che primarie per la scelta del sindaco, avrebbe richiesto primarie delle idee per concordare con i cittadini un nuovo progetto di crescita della città. L’attardarsi da parte del Pd sul tema delle primarie, significa non rendersi conto della richiesta di novità. La strada giusta è quella della ricerca delle intese programmatiche e delle candidature condivise.

Come ha fatto il centrodestra lo scorso 4 marzo a portarsi a casa sia il senatore che il deputato?
Non scordiamoci che è stata una campagna elettorale molto breve e caratterizzata da violenza verbale. La crisi
economica ha creato un clima di malcontento che non è stato contenuto da provvedimenti ed iniziative di una
buona politica. Le esigenze dei cittadini sono cambiate; la politica deve proporre idee progettuali
immediatamente risolutive. A Pisa c’è una grande voglia di discontinuità e le convulsioni interne della
maggioranza appaiono come il tentativo estremo di mantenere la gestione del potere per il potere personale.

Il Psi ha avanzato la sua candidatura. Le diamo la possibilità di lanciare un appello alle forze di centrosinistra affinché le diano il loro sostegno…
La mia candidatura rappresenta un chiaro segno di discontinuità e rinnovamento. L’obiettivo è offrire alle forze politiche e alle realtà civiche, che hanno la volontà di credere al cambiamento, una valida alternativa rispetto alle logiche interne dei partiti. Il nostro dovere è quello di fare una buona politica per la nostra gente. I pisani ci chiedono concretezza e praticità, partecipazione e condivisione al fine di giungere ad un unico e valido obiettivo, cioè quello di far uscire Pisa da questo immobilismo.

Agli elettori, invece, cosa vorrebbe dire?
Voglio dire di non cedere alla demagogia e al populismo, di vestirsi del coraggio che li ha sempre caratterizzati e pretendere un rinnovamento per Pisa e non uno stravolgimento. Di farsi “sentire” per favorire una buona amministrazione. “Ad ogni pugno di ferro deve corrispondere una proposta alternativa e possibile” (Amos Oz).

Veronica Marianelli e Carlo Sorrente

Come giudica gli ultimi dieci anni di amministrazione a Pisa?
Luci ed ombre e negli ultimi anni le ombre mi sembrano diventate preponderanti. Ho l’impressione che si sia puntato a spendere le risorse disponibili al di fuori di un progetto di sviluppo economico-sociale coerente e sostenibile nel tempo. Errori evidenti sono stati il People Mover ed alcuni interventi del PIUSS piuttosto che una attenta cura della città. Si è pensato a progetti calati dall’alto e misurati su esigenze estranee agli interessi dei pisani. Per alcuni progetti avviati, come il piano di recupero della struttura ospedaliera del Santa Chiara, la nuova amministrazione dovrà operare a favore dei cittadini e delle categorie economiche pisane.

Qual è, a suo avviso, il problema più grande da risolvere nella nostra città?
Al momento è doveroso prendere misure serie ed incisive in relazione al tema della sicurezza. Questo clima di tensione e paura alimenta rabbia e violenza. Occorre un coordinamento e una partecipazione più stretta e assidua tra i diversi soggetti, questi ultimi hanno il compito di tutelare i cittadini ed adottare le misure per rendere più vivibili le nostre strade e le nostre piazze: controllo del territorio da parte dello Stato, tolleranza zero verso il degrado e i reati contro le persone, il decoro e contro le proprietà. Con noi Pisa tornerà ad essere la città dell’eccellenza nella qualità della vita quotidiana, di grandi Università e strutture sanitarie di rilevanza.

Mi dice le prime tre cose che farebbe qualora venisse eletta sindaco?
ll primo atto sarà l’effettivo utilizzo del People Mover e di quanto realizzato con gli investimenti PIUSS con la loro effettiva integrazione in un piano di sviluppo turistico del litorale, del centro storico e del parco. Pisa non si caratterizza solo per Piazza dei Miracoli è perciò necessario migliorare i percorsi turistici al fine di stimolare la permanenza in città dei visitatori. Adeguamento delle infrastrutture di collegamento, a partire dalla viabilità a Nord-Est, incremento della mobilità pubblica a basso impatto ambientale tra centro storico e quartieri periferici litorale incluso, agevolare la sosta breve per contribuire a sostenere il commercio cittadino.
Poi ho in mente un piano straordinario per il decoro e la manutenzione della città incentivando la partecipazione di imprese locali affinché ci sia un ritorno economico locale. L’adozione delle più moderne tecnologie per la vigilanza
con particolare attenzione al litorale ed alle periferie aprendo un tavolo di confronto con la Prefettura, la Questura, gli Istituti di vigilanza privata ed i cittadini.
Infine la revisione critica del piano di recupero dell’area del Santa Chiara per adeguarlo alla realtà attuale per un
equilibrato inserimento nel contesto cittadino, l’esecuzione del piano del commercio che sia condiviso e partecipato con le categorie produttive, sociali e con tutti i cittadini .

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