Renato Sacchelli

La sala delle Baleari del famoso palazzo Gambacorti, sede Consiglio comunale di Pisa dal 1689, prende il nome da uno tre affreschi che decorano in maniera splendida una delle sue pareti, raffigurante “La conquista delle Baleari” da parte dei pisani. In questa sala oltre alle riunioni dell’assemblea cittadina si svolgono anche convegni, conferenze ed altre manifestazioni di rilievo. Il palazzo, edificato tra il 1370 e il 1392, nella seconda metà del XIV secolo fu sede della potente famiglia Gambacortidella ricca nobiltà mercantile pisana.

L’affresco fu dipinto dal pittore romano Giacomo Farelli nel 1693. L’artista, molto attivo a Napoli, fu chiamato a Pisa da Cosimo III de’ Medici, che gli commissionò due affreschi. “La conquista delle Baleari” ricorda la caduta della potente isola di Maiorca nelle mani dei pisani, nel momento in cui il deposto re, in mezzo ai vincitori, accompagna la sposa che ha accanto a sé il piccolo figlio che piange, mentre rivolge uno sguardo al marito nell’attimo in cui i reali, sconfitti, si avvicinano al porto per salpare alla volta di Pisa, dove trascorreranno la prigionia.

L’affresco di fronte, dipinto dallo stesso Farelli, raffigura “L’impresa di Sardegna“. Sulla destra del quadro compaiono un fastoso trono e una bella donna, raffigurante Pisa vincitrice, circondata dalla corte nel momento in cui, un valletto le consegna la corona di regina dell’isola. Per queste due opere Farelli fu ricompensato con 600 scudi , più il vitto, l’alloggio e il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto dei colori.

Gli affreschi non piacquero molto ai pisani di quel tempo, tant’è che il pittore fiorentino Cesare Dandini fu incaricato di dipingere il terzo affresco, che si trova al centro del salone. Quest’ultima opera raffigura l’espugnazione di Gerusalemme da parte dei pisani, sotto il comando di Goffredo di Buglione, Baldovino I (IX conte di Fiandra), Tancredi e Beomondo di Altavilla, che si concluse nel 1099 dopo una cruenta battaglia che si svolse intorno alle mura della città santa, sulla quale i pisani erano già entrati, per difendere la cristianità, issando la bandiera con la croce. Questa opera è molto incisiva e drammatica.

I tre affreschi sono inseriti in un’austera inquadratura del fiorentino Luca Bocci, che chiuse la parete tra le due finestre che fanno da sfondo al banco della Giunta con una grande croce pisana, sulla quale è sovrapposto il gonfalone della città della Torre pendente.

Renato Sacchelli

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