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Gli angeli di Mitoraj

- Cultura
13 Ottobre 2017

Simone Scozzari

Il genio scultoreo del maestro Igor Mitoraj è stato celebrato a Pisa, nella Piazza del Duomo e nei suoi musei, con una prolungata esposizione delle sue opere (sculture e non solo) promossa dall’Opera della Primaziale Pisana tra la metà del 2014 ed il 2015 in seno alle iniziative per il 950° anniversario della posa della prima pietra della cattedrale.

L’artista polacco, così legato ed affezionato alla Toscana (in particolare a Pietrasanta, dove amava trascorrere il tempo e dove aveva aperto anche uno studio) si era fatto portavoce, con la sua arte, di una visione neoclassica e tormentata dell’uomo moderno: un’umanità afflitta da un’animo non più integro, rappresentata attraverso i busti “spezzati”, attraverso i volti statici, bendati, pieni di crepe.
I suoi angeli caduti e sofferenti gridano tutta la fragilità della condizione umana. L’uomo ridotto ad una serie di frammenti di se stesso.

Nel prato accanto all’ingresso dell’Opera giace ancora un grande angelo in bronzo, mutilato ed adagiato su di un fianco, novello Icaro, simbolo di quegli eroi perdenti tanto cari allo scultore.

Tra le ali dell’angelo, in vista prospettica, sbuca la Torre in tutta la sua bellezza ed al tempo stesso altrettanta fragilità.
“Un torso per me può essere un paesaggio su cui far arrampicare qualcuno, o un casa con una porta da cui far entrare o uscire degli spiriti” diceva Mitoraj.

Lo scultore si è spento a Parigi il 6 ottobre del 2014.

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