Si occupa di politica dal 2013, quando è entrata in consiglio comunale nelle liste del Movimento 5 Stelle. Elisabetta Zuccaro, 52 anni, laureata alla Bocconi di Milano, ha un dottorato di ricerca in “Scienza e metodi della città e il territorio europei”, alla facoltà di Ingegneria di Pisa e lavora come impiegata nell’ateneo pisano, settore internazionalizzazione.  Sposata, ha due figli: Pauline e Alessandro. Ha accolto l’invito de L’Arno.it a parlare della politica pisana e dei problemi cui la città deve fare fronte.

Il prossimo anno a Pisa si voterà per eleggere il nuovo sindaco. Come arriva la città a questo
appuntamento?

Si respira un clima di forte tensione causata dalla incapacità politica di risolvere le numerose criticità della città, che si sono accentuate nel tempo, con l’approfondirsi della crisi.

Quale eredità lascia il sindaco Filippeschi?

Dopo 9 anni di governo, Filippeschi lascia una città più degradata, dimostrando di non aver saputo gestire i fenomeni della “malamovida”, dell’abusivismo commerciale e di non aver investito a sufficienza nella manutenzione ordinaria e straordinaria di strade, scuole, impianti sportivi. Ospedale, caserme e Arena restano partite aperte, mentre affiora dal passato il buco del parcheggio di piazza Vittorio Emanuele, che non doveva costare nulla alla città. Anche il People mover si sta dimostrando un’opera di difficile sostenibilità, alla luce delle vicende aeroportuali, con possibili oneri sulle amministrazioni future. La Sesta Porta si è rivelata una operazione immobiliare perdente e inopportuna mentre le mura non hanno ancora trovato un sistema di gestione sostenibile. Le politiche del turismo sono incapaci di riflettere sulla città intera i vantaggi di un polo attrattivo unico al mondo come la Torre. Sul piano sociale, poi, la crisi ha accentuato le criticità ma non c’è stata una risposta adeguata dell’amministrazione.

Ci sono dei temi su cui, più di altri, potrebbero giocarsi le elezioni?

Sicuramente sicurezza, degrado e gestione dei migranti saranno temi centrali, ma sono affrontati da più parti in modo strumentale senza adeguata attenzione alla prevenzione e alla pianificazione urbana che invece devono essere gli aspetti prioritari di un’amministrazione comunale.

Dopo Livorno e Carrara il M5S potrebbe avere “fame” anche di Pisa… in quale modo vi state organizzando?

Noi ci presenteremo con un programma innovativo capace di creare sinergie tra le eccellenze e le attrattività del territorio. Più sinergie con le realtà importanti come le Università, la ricerca, l’ospedale e maggiore partecipazione dei cittadini per dare spazio alle loro priorità. Il dibattito interno è molto vivace ma costruttivo e il candidato sarà scelto in rete dagli iscritti con garanzie di assoluta qualità ed estraneità al professionismo della politica

In quali condizioni si trova il centrosinistra?

Vive una crisi di identità difficilmente sanabile a causa delle logiche di potere, delle azioni e alleanze che hanno snaturato la propria storia.

E il centrodestra?

Il centrodestra è frammentato e insegue logiche populiste pure, prive di un progetto politico se non quello di spingere verso una progressiva deriva securitaria, all’approfondimento delle disuguaglianze e allo smantellamento dei sistemi redistributivi che favoriscono l’equità sociale.

Il dibattito politico nazionale a suo avviso inciderà (e in che modo) sul voto locale?

Inciderà significativamente anche se a livello locale gioca di più il fattore personale, così come hanno un ruolo importante i sistemi di liste civiche civetta. Queste, infatti, moltiplicano i candidati segmentando le preferenze del corpo elettorale, ma creando delle coalizioni che faticano a rimanere insieme come hanno dimostrato le defezioni e le scissioni della giunta Filippeschi.

Che vuol dire oggi essere per il Movimento 5 Stelle?

Significa essere contro i politici di professione e contro i privilegi, significa ricostruire il senso della politica, della partecipazione dei cittadini, della gestione della cosa pubblica per il bene comune

Qual è il difetto più grande dei pisani?

La voglia di pensare in grande.

E il pregio?

La tolleranza

Proviamo a fare un gioco. Si sveglia tra un anno ed è sindaco di Pisa. Mi dice la prima cosa
che farebbe appena insediata?

Inizierei con il potenziamento della filiera del turismo. È necessario invertire i segni di decadimento per rilanciare una città bellissima e per ricercare un turismo di qualità e sostenibile. Interventi e strategie devono interessare tutta la città e i suoi beni culturali con un indotto diffuso su commercio, artigianato e agricoltura locale. Pisa è un gioiello che deve essere restituito al suo antico splendore.

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