C’è un giorno dell’anno che, più di altri, è scolpito nella storia di Pisa. Si tratta del 6 agosto. Ce lo ricordano gli Amici di Pisa, nel programma del tradizionale “Die di Santo Sisto“,  in cui ogni anno la città celebra il papa martire del III secolo, ricordando le battaglie della Flotta pisana nel Medioevo, in un arco di tempo di quasi 300 anni.

6 Agosto 1087: I pisani, espugnata Pantelleria, sbarcano sulla costa africana dove conquistano Zawila e Mahdiy;

6 Agosto 1113: L’armata pisana, comandata dal Vescovo Pietro, salpa verso le Baleari, che conquista con una campagna protrattasi per oltre un anno;

6 Agosto 1119: I pisani vincono i genovesi a Portovenere;

6 Agosto 1135: I pisani conquistano Amalfi e altre città e castelli; ma poi sono sconfitti e messi in fuga dal re di Sicilia Ruggero Altavilla;

6 Agosto 1262: La flotta pisana sconfigge quella genovese nelle acque di Portovenere;

6 Agosto 1284: La flotta pisana viene sconfitta da quella genovese nella battaglia della Meloria.

La chiesa di San Sisto (da Wikipedia)
Una giornata speciale per Pisa

Per iniziativa dell’Associazione degli Amici di Pisa, ogni anno dal 1959 la città celebra lo Die di Santo Sisto, Dies Memorialis: festa della riconoscenza e data memorabile della storia pisana. Teatro della cerimonia è la chiesa di San Sisto in Corte Vecchia, nel cuore della Pisa antica e già in epoca medievale sede di riunioni del Senato della Repubblica Pisana e rogazioni di atti comunali. Fondata nel 1087 per celebrare il santo – e in particolare la vittoria contro i saraceni di Al Mahdiya e Zawila –  la chiesa romanica di San Sisto è tra le più amate dai pisani proprio per ciò che rappresenta. Ospita al suo interno, oltre a varie pitture e sculture realizzate nel corso dei secoli, anche le bandiere di Pisa e dei quattro quartieri medievali alfei di Ponte, Mezzo, Foriporta e Kinzica; un timone ed un albero d’imbarcazioni trecentesche; un’epigrafe tombale araba del XIV secolo, scoperta durante restauri all’interno del tempio e ricollocata a cura degli Amici di Pisa nel 2008.

Ogni 6 agosto, davanti alla lapide posta dall’associazione nel 1966 sul lato sinistro della chiesa per ricordare le imprese nei secoli, si commemorano i caduti pisani di tutte le guerre, alla presenza delle autorità religiose, civili e militari. Terminata la cerimonia il parroco celebra una funzione religiosa dopo la quale il presidente del sodalizio presenta una relazione sulle attività svolte durante l’anno e premia i personaggi (non necessariamente pisani) che a giudizio degli Amici di Pisa si sono distinti in fatto di pisanità o che hanno operato in modo eccezionale a vantaggio della comunità. Per finire un esperto di storia tiene un’orazione su un argomento inerente alla storia di Pisa, che verrà poi trascritta in un libretto distribuito gratuitamente. Quest’anno il professor Antonio Fascetti terrà una relazione su Giosuè Carducci, dal 1853 studente della Normale Superiore di Pisa, nonché primo italiano a vincere il Premio Nobel della Letteratura nel 1906: “Faida di comune – E viviam fratelli in pace, se viviamo in libertade”.

La serata si conclude in un ristorante tipico del centro cittadino, e durante la cena (alle ore 21) i campanili delle chiese pisane suonano a festa per onorare i defunti pisani di tutte le guerre e San Sisto.

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