Chi è nato a Pisa, ci vive, ci ha vissuto o vi è passato per mille diversi motivi (vacanza, studio, lavoro, militare, ospedale) difficilmente non sarà rimasto innamorato della città. Un caro amico ha postato su un gruppo Facebook un bellissimo post che ci piace pubblicare qui di seguito. Ne parlò anche il Tirreno, qualche anno fa, in un articolo che raccoglieva le migliori frasi pubblicate sul gruppo “Sei di Pisa se…”. Dopo una faticosa ricerca sui social network siamo risaliti all’autore del testo, Marco Vannucci.
Noi Pisani…
Noi che vedemmo crollare il Ponte Solferino ma, troppo bimbi, non riuscimmo a capire lo sgomento. Noi che ci davamo l’appuntamento al giardino Scotto dove scambiammo il primo bacio un po’ timorosi, quasi vergognosi, con le parole che faticavano ad uscire per l’emozione che ti serrava la gola. Noi che andavamo alle carrozzine, alla Cittadella, solo per vedere se c’era lei che ti faceva battere il cuore; noi che, sotto l’orologio, abbiamo aspettato a ore; noi che ci siamo abbracciati contenti e abbiamo pure pianto all’Arena Garibaldi; noi che in cucina abbiamo i muscoli, il popone, i morecci e il melone lo mettiamo nel pane.
Noi che in Corso Italia ci crediamo al centro dell’Universo; noi che ci facciamo il Segno della Croce in Via Pietrasantina perché lì abbiamo accompagnato un parente, un amico, oppure qualcuno che abbiamo soltanto conosciuto; noi che riusciamo a ridere pure leggendo il Vernacoliere, seppure borbottando. Noi che siamo usciti correndo dalla scuola per non perdere il tram; noi che abbiamo tutti Romeo nel cuore; noi che Marina di Pisa non sarà un gran che ma è il nostro mare. Noi che fumavamo le Stoojvesant pensando di saper parlare l’inglese; noi che abbiamo fatto finta di studiare, all’ombra della Torre, con la ragazzina che ti teneva la mano; noi che vediamo Pisa, con gli occhi di ieri, sospirando…
Noi… che ci siamo sentiti ancor più pisani quando, il 31 agosto del 43, ci abbracciammo piangendo chi era rimasto sotto le macerie; noi che siamo sempre stati pisani pure dopo la Meloria; noi che, davanti alla Torre della Fame, proviamo un po’ di vergogna; noi che vantiamo al mondo la Normale; noi che tagliamo la feluca perché abbiamo i 5000 ragazzi, di Curtatone e Montanara, ancora nel cuore; noi che siamo sempre stati ghibellini contro tutti; noi che abbiamo fatto Patrono un santo arrangiatore; noi che abbiamo regalato al mondo la scienza con Galileo; noi che proviamo batticuore ogni volta che guardiamo la Torre; noi che portiamo addosso la nostra memoria; noi che siamo un po’ più vecchi per via del calendario; noi che siamo sempre a ricordare com’è bella la nostra Pisa, baciata al tramonto del sole.
Che dire? Grazie, non mi aspettavo una così bella attenzione ed è stata una piacevole sorpresa, grazie di cuore. “Noi pisani” lo scrissi di getto facilitato dalla passione per la nostra città e per la storia millenaria che ci portiamo addosso, Pisa è Pisa, non possiamo far altro che trasmettere una mirabilia di emozioni con la nostra penna dettando le parole con il cuore.
Marco Vannucci
Grazie! E spazio alla penna e al cuore!